“Adesso tu mi parli e mi domandi, ma io non sono qui”
Per circa un anno dal settembre del 2016 come volontario ho tenuto un corso di fotografia presso il carcere di La Spezia.
Attraverso lezioni settimanali di scatti e condivisone di materiale fotografico, abbiamo sviluppato un progetto che li portasse a realizzare un racconto collettivo con fotografie da loro scattate all’interno della struttura.
Durante le lezioni, si parlava di errori, di speranza e amore, di rabbia e paura. parlavamo di vita.
Leggevamo i libri di Ackerman, e Trente Park.
Ho bevuto caffè nelle loro stanze, e mangiato cioccolata dell’Ecuador mentre sul tavolo era appoggiato un libro di Platone.
Abbiamo parlato di tempi e diaframmi, iso e photoshop che poteva farli più belli. ma tanto era la macchina che faceva bene le foto.
Usavamo una reflex, una mirorless e una compatta da due soldi, con lo schermo spento e il mirino in modo da abituarsi a guardare dentro la scatola. semplice, da usare in automatico. Era quella per il backstage.
Un giorno Saul fotografava Thomas con un 50mm, voleva fargli un ritratto. A Thomas non piaceva essere fotografato, mi disse che non si era iscritto al corso di fotomodelli.
Era l’unico del gruppo che mostrava antipatia per l’obiettivo. però aveva letto, tanto Io ci parlavo bene con lui. mi ha consigliato degli ottimi libri sovversivi.
Per gli altri invece rivedersi in foto era propedeutico. Il riappropriarsi della propria immagine li rendeva euforici.
Avranno fatto una sd da 16gb solo di facce buffe e diti medi.
Mi ricordo che un giorno dissi che anche una scimmia era in grado di fare una foto, bastava insegnargli a schiacciare un bottone no?
Thomas alzò gli occhi dal libro di Avedon e mi guardò con le sopracciglia inarcate. Indicando Saul che stava cercando ancora di fotografarlo mi disse: “quindi lui è una scimmia”
Le fotografie di questo progetto sono realizzate con macchine usa e getta della Ilford in bianco e nero, sviluppate, e successivamente scannerizzate.
Sono uscite delle immagini ruvide, piene di graffi, e polvere. Delle foto vere. Pelucchi durante la scansione, tutto cosi tremendamente simile alla vita. A quelle vite che non conosciamo, che non possiamo giudicare perché sono percorsi che non ci appartengono.
I ragazzi hanno partecipato all’editing finale, impaginando le fotografie stampate su carta da fotocopia in A4 , incollando le pagine e realizzando un menabò con la sequenza proposta.
QUOTE
Le fotografie sono state realizzate da:
Alfredo
Davide
Talbi
Graziano
Kujtim
Emiljano
Saul
Thomas
Cristian
Mata
editato, postprodotto e selezionato da Matteo Signanini.